Il riassetto, disegnato dalla legge di Bilancio 2020, ha decretato la fine del super ed iperammortamento, sostituiti da tre distinti crediti d’imposta: per gli
investimenti in beni strumentali generici, per gli
investimenti materiali Industria 4.0 e per gli
investimenti immateriali Industria 4.0.
La nuova Sabatini è stata rafforzata per gli investimenti innovativi realizzati nelle regioni del Sud e per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature a basso impatto ambientale.
Un ventaglio di misure incentivanti per l’ammodernamento e la trasformazione tecnologica è disponibile dal 2020 per le imprese grazie alla legge di Bilancio (l. n. 160/2019).
Credito d’imposta investimenti
Una delle principali novità nel panorama delle agevolazioni a sostegno del processo di transizione digitale delle imprese, in vigore dal 1° gennaio 2020, è il nuovo credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali. Si tratta di tre distinti bonus, tutti e tre applicabili agli investimenti effettuati nel corso del 2020 (1° gennaio – 31 dicembre).
I professionisti sono ammessi solo al bonus per gli investimenti in beni materiali strumentali “generici” (non Industria 4.0).
I crediti d’imposta sono cumulabili con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi (tale cumulo, tuttavia, non dovrà portare al superamento del costo sostenuto).Diversi i vincoli posti dalla normativa (dettata dai commi da 184 a 197 della legge di Bilancio 2020) ai fini della corretta fruizione dei crediti d’imposta:
i beni strumentali per essere agevolati devono essere nuovi;
siano destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato;
i beni agevolati non possono essere ceduti a titolo oneroso o essere destinati a strutture produttive ubicate all’ estero, anche se appartenenti allo stesso soggetto prima del 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di effettuazione dell’investimento.
Nuova Sabatini
Con il nuovo anno, è cambiata anche l’articolazione dei contributi della Nuova Sabatini, con l’arrivo di due nuovi contributi:
uno a sostegno degli investimenti innovativi realizzati nelle regioni del Sud e l’altro per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature a basso impatto ambientale.
Con 1° gennaio 2020, è stata inoltre rinnovata la disciplina del credito d’imposta formazione 4.0.
La principale novità riguarda l’eliminazione dell’obbligo della stipula e del deposito dei contratti collettivi aziendali o territoriali presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente ai fini del riconoscimento del credito di imposta.
Cambiate anche le misure e i massimali del bonus. In particolare, per le spese sostenute nel periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019, il credito d’imposta è attribuito:
– alle piccole imprese: nella misura del 50% delle spese sostenute e nel limite massimo annuale di 300.000 euro;
– alle medie imprese: nella misura del 40% delle spese sostenute e nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
– alle grandi imprese: nella misura del 30% delle spese sostenute e nel limite massimo annuale di 250.000 euro.
Ricerca, innovazione e design
Nel 2020, per le attività di ricerca, innovazione e design, le imprese hanno a disposizione quattro specifici crediti d’imposta.
In particolare, per le attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico è riconosciuto un credito di imposta pari al 12% delle relative spese ammissibili, nel limite massimo di 3 milioni.
Per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o prodotti o processi nuovi o sostanzialmente migliorati è invece previsto un bonus è pari al 6% delle relative spese ammissibili, nel limite massimo annuale di 1,5 milioni di euro.
Se le attività di innovazione tecnologica sono destinate al raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0, il credito d’imposta aumenta al 10% delle relative spese ammissibili, sempre nel limite massimo annuale di 1,5 milioni di euro.
Per le attività di designi ed ideazione estetica, infine, spetta un credito di imposta del 6% delle relative spese ammissibili, nel limite massimo annuale di 1,5 milioni di euro.